> Y2K(TWO) 
MIAMI BEACH DIARY PROJECT 

Web Project, 2002
 

Essay by FABIOLA NALDI
 

To the one is not there

When time seems to flow too fast, when what we live is so intense that we want to stop it, photographs can give us the chance to stop time. From its invention photography has succeded in giving us the opportunity to revive images of the past: memories, feelings and places that we will never see again and which will remain on film as a testimony of our presence. The eye can see, the memory can retain and the camera can record. Every bidimensional reproduction is the outcome of moments in space and time, which are translated by the photographic lense. Every photo is a stolen reality, the fragment of a private diary and a note of life, which is trasformed in a living moment as an alternative to the real experience.
Our travel notes - even in fantastic or intimate travel - are made of the same substance as photographs. Whatever use we are prepared to do of an image, a shard of the desire to taste the moment will remain to be eventually shared with others. When the opportunity to use technology such as Internet and e-mail, reduces time, we can access instantly to the photographic diary, and the outcome of such experience may become art. Stefano Cagol has been working on photography for a long time. In his work visions of reality are captured by special techniques and digital modifications or visual manipulations of empty images.
Y2kTwo Miami Beach Diary Project is the result of an artistic travel that Stefano started several years ago and the second part of the Y2kOne Diary Project. The last performance was a sequence of photographs, fragments of everyday life and travelling notes that Stefano was sending every two days while visiting New York last spring 2001. The second episode of Stefano Cagol's visual work in progress is now taking place at the Art Basel Miami Beach 2002 in collaboration with the Artcore Gallery of Toronto. His aim is to wave reality with the artist's imagination and generate a new creative itinerary. Stefano Cagol will interact with whoever would like to be a witness of his experience through his website at http://www.y2ktwo.com where photographs, video and texts will be published during the five days of his stay in Miami. The performance will give the opportunity to create a virtual connection between the participants to the event, who will see but may not pay attention, and those not present but are nevertheless 'peeping' at the website. The media will also give the chance to the public to participate to the social context of the art exhibition and to its stimulating environment, and have a look at sunny Florida beaches. In his work Stefano Cagol expresses an urgency to subvert his own values, making accessible to the others the more private and intimate meanings of his diary. His idea is to consider photography and the artist as witnesses of a presence. His intention while performing as an artist is to give meaning to the medium and to construct a twofold process: the amplification of 'being in face of things' and the total immersion in reality (which makes authentic every image, despite of its unreality).
Stefano Cagol's photographs communicate an ephemeral and flexible perspective where the relation between the aesthetic satisfaction and the real time of its occurrence is managed by the strict timing of the artist's actions. The second part of Stefano Cagol's project in particular, underlines a specific goal of the work of this artist: the coexistence of experiences and their efficacy. Time inside his hints of photographs is the sum of different times, repeated, mixed and prolonged over past and present. The transition and the speed of internet abolish a fixed time so that Stefano Cagol - and together with him the virtual visitors of the website - can be at the same time the operator and the observer of a performance without time, national or cultural boundaries. Looking at his work we realize that we are all witness in front of the world: photographs in this sense capture the reality embedding it into a virtual web where 'we can posses images and are at the same their possession, but are never owners of reality (S.Sontag).
 
 

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Dedicato a chi non c'è

Quando il tempo sembra scorrere troppo velocemente oppure quando ciò che viviamo è così intenso da volerlo trattenere, ci soccorre la fotografia e quella sua magica possibilità di fermare l'istante. Dal giorno della sua invenzione scientifica l'obiettivo fotografico ha realizzato l'incredibile opportunità di fissare l'immagine di un tempo concluso: ricordi, emozioni o più semplicemente luoghi che mai più vedremo, rimangono sul supporto fotografico a testimonianza che noi c'eravamo.
L'occhio vede, la memoria trattiene e la macchina fotografica registra. La riproduzione bidimensionale è il risultato di un insieme di momenti spazio temporali di cui lo scatto fotografico è il principale traduttore. 
Ogni fotografia rubata alla realtà è, trasversalmente, un frammento di un diario privato e un appunto di vita che l'obiettivo tramuta in immagine alternativa al reale vissuto. Il concetto di annotazioni da viaggio (anche quando si tratta di un percorso fantastico e intimistico) è forse alla base dell'essenza fotografica, quasi a dire che, comunque si usi l'istante e la sua successiva immagine, rimane la scheggia del desiderio di un possibile arresto temporale da condividere con se stessi o con altri.
Quando poi la tecnologia del "qui ed ora" di Internet e della posta elettronica giungono a restringere il tempo di posa della condivisione di tale diario fotografico, l'insieme prodotto può divenire anche operazione artistica.
Stefano Cagol già da diverso tempo lavora sulle infinite possibilità che l'immagine fotografica ha in sé. Le visioni prelevate dalla realtà vivono proprio di questo potere interno al mezzo utilizzato, sospendendo l'attimo dello scatto in sovrapposizioni tecniche, in alliterazioni digitali o in interruzioni visive di spazi pieni e spazi vuoti. 
Y2Ktwo Miami Beach Diary Project è il risultato di un percorso artistico iniziato molto tempo fa e il secondo appuntamento di Y2KONE Dairy Project. In quella occasione l'artista inviava via mail, ogni due giorni, pensieri tradotti sotto forma di appunti di viaggio e  frammenti di vita vissuta convertiti in immagini fotografiche incontrati durante una lunga permanenza a New York nella primavera del 2001.
La realtà vissuta si incrociava con la fantasia dell'artista e allo stesso tempo si tramutava in alibi perfetto per dare vita a un nuovo percorso creativo. Il work in progress visivo prodotto da quella esperienza è ora al suo secondo episodio: un'ulteriore possibilità data dalla presenza di Stefano Cagol alla Art Basel|Miami Beach 2002 con la Galleria Artcore di Toronto. Il primo diario di viaggio è ora un secondo taccuino digitale nel quale annotare l'esperienza quotidiana in occasione di questo viaggio artistico.
Stefano Cagol sarà con chiunque vorrà rendersi partecipe del progetto, attraverso la pubblicazione di fotografie, video e testi, sul link http://www.y2ktwo.com. I cinque giorni trascorsi a Miami daranno all'artista l'opportunità di creare un contatto virtuale fra coloro che ci saranno, ma che non guarderanno con attenzione, e fra tutti quelli che non potranno esserci ma che diverranno virtualmente i "voyeur" dell'operazione.
Gli spazi della fiera, la mondanità conseguente a un evento di tale portata e le spiagge assolate e seducenti della Florida saranno condivise tanto dall'artista quanto dal visitatore di un evento che avrà il senso dell'azione allargata dalla potenzialità dei media utilizzati. 
L'aspetto "privato" e intimo del diario di viaggio è così scavalcato dal concetto di condivisione che in parte risiede anche nel lavoro di Stefano Cagol: l'artista avverte l'esigenza di entrare nel reale di cui fa continua esperienza per sovvertirne i valori interni. Pensare la fotografia e l'artista come i testimoni di una precisa presenza qualifica non solo il senso interno al mezzo prescelto, ma anche l'intenzione con cui il processo si svolge, amplificando l'affermazione che "l'essere in faccia alle cose" indica una totale immersione nel mondo reale e la possibilità di autenticare anche l'immagine meno realistica. 
In questa posizione morbida e transitoria troviamo la fotografia e più nello specifico le immagini fotografiche di Stefano Cagol che, con la rapidità delle sua azioni, influenza il rapporto fra l'effetto estetico dell'immagine e il tempo reale a cui si riferisce.
In questo secondo progetto incontriamo uno dei punti fermi dell'intenzionalità dell'artista: l'efficacia della coesistenza. Il tempo di queste schegge fotografiche è una somma di tempi ripetuti, diversi ma implicati l'uno nell'altro, un passato e un presente prolungati e impossibili da isolare.
La transitorietà accelerata dell'utilizzo di internet permette poi la totale abolizione di un tempo preciso. Stefano Cagol (così come i suoi visitatori virtuali) è al tempo stesso l'operatore e lo spettatore di uno spettacolo privo di indicazioni spazio temporali, di frontiere nazionali e di barriere culturali. Ora siamo tutti spettatori del mondo, le fotografie hanno imprigionato la realtà, immobilizzandola in una nuova rete che è Internet e se è vero l'affermazione che non si può possedere la realtà almeno si possono possedere le immagini o esserne posseduti (Susan Sontag). 
 
 

 

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